Settore delivery: l’inizio di una nuova era

delivery a domicilio

Il termine delivery si è ormai diffuso ampiamente nella società, proprio perché sta prendendo sempre più piede in campi anche molto diversi tra loro. Prendendola alla larga, rientrano in questa categoria tutti i servizi e-commerce che si occupano di far recapitare gli oggetti che vendono a casa di chi li ha ordinati, tra cui il più conosciuto è sicuramente Amazon. Questo servizio ha cominciato a occupare già da tempo uno spazio importante nella quotidianità di ciascun soggetto, e sembra che non si possa più farne a meno. Il suo significato letterale è consegna, principalmente a domicilio come già detto, che si è incentivata soprattutto nel periodo difficile del lockdown causato dal COVID-19. Sebbene la parola delivery venga associata in maniera ricorrente al mondo food (basti pensare alla consegna della pizza a domicilio), tale servizio non può essere accostato solo a questo settore, ma si è espanso talmente tanto da arrivare a intaccare altri ambiti.

Indice:

Il settore delivery in epoca pre-covid

La mania del delivery ha cominciato a diffondersi già dopo la seconda guerra mondiale, in particolar modo nel settore ristorativo. Negli anni ’90 cominciarono a nascere i primi siti web dove era possibili acquistare cibo online, in particolar modo negli Stati Uniti, precursori di questo nuovo modello di business. Anche in Italia però cominciò a diffondersi presto la moda del delivery, a partire dalle vendite per corrispondenza tramite cataloghi per raggiungere anche coloro che abitavano in zone lontane dai supermercati o dai centri di shopping, tuttavia le persone continuavano a preferire l’acquisto diretto nei negozi perché privilegiavano l’idea di testare i prodotti prima di acquistarli. Per sopperire a questa esigenza, le aziende cominciarono a puntare molto sulla vendita diretta tramite promoter, il quale illustrava le peculiarità di ciascun articolo. Con l’era digitale iniziarono a diffondersi siti e-commerce volti a offrire un servizio di spesa a domicilio per coloro che per questioni di tempo non riuscivano a farla. Ora anche i supermercati che dispongono già di negozi fisici per la vendita hanno messo a disposizione un canale distributivo digitale per ordinare la spesa via web.

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La svolta a causa del Coronavirus

Con l’arrivo del COVID-19 c’è stata un’ulteriore adozione del servizio delivery, anche da parte di coloro che non ne avevano mai usufruito. Le chiusure forzate di ristoranti e aziende hanno spinto verso la ricerca di soluzioni alternative per continuare a mantenere aperte le loro attività senza rischiare di vederle fallire, attraverso lo sviluppo di apposite app per attuare la consegna di beni di prima necessità a domicilio, data anche l’impossibilità di poter uscire di casa. Avendo a che fare con un’emergenza sanitaria, si è pensato anche di implementare un servizio di consegna medicinali a domicilio per farli reperire principalmente alle persone che non potevano recarsi in farmacia perché troppo anziane, malate o con basse difese immunitarie, nonché per farli recapitare agli ospedali o alle farmacie stesse da parte delle aziende farmaceutiche. Nella fase di quarantena ad esempio ha avuto molto successo l’app Dottor Farma, mediante la quale è possibile comunicare il numero di ricetta elettronica e andare a ritirare il farmaco, oppure farselo consegnare direttamente a domicilio dalla farmacia.

Un cambiamento epocale

Il lockdown ha contribuito in maniera esponenziale a incrementare i servizi delivery, cambiando le abitudini d’acquisto dei consumatori che si sono orientate quasi tutte verso il digitale. Per molto tempo l’attività di delivery è stata vista come qualcosa di temporaneo o come un modo per arrotondare sulle vendite, affiancandola al servizio principale che veniva offerte da un determinato esercizio commerciale. Dopo questo periodo complicato il delivery è invece diventato qualcosa di cui ormai sembra difficile fare a meno, come se si fosse arrivati a un punto di non ritorno, dove niente sarà più come prima. Il timore più grande è sicuramente quello di vedere andar persa la relazione con il cliente, costruita all’interno di uno spazio preciso e delimitato dove si ha la possibilità di vivere un’esperienza unica. Con l’espansione dei servizi delivery tutto questo andrà irrimediabilmente perso, anche se sarà comunque possibile instaurare un nuovo rapporto con la clientela, non per forza meno forte o emozionale.

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L’altro timore è quello di veder scomparire i negozi o le attività commerciali fisiche, pericolo veritiero ma non scontato, perché nella fasi della quarantena si è visto come il delivery abbia rappresentato in qualche modo l’ancora di salvezza dei piccoli commercianti di paese, salvandoli dal fallimento. Inoltre l’esistenza del servizio delivery ha permesso la consegna urgente di medicinali a domicilio, che altrimenti non sarebbero potuti giungere ai destinatari.