Sibillini WOW, evento di responsabilità sociale nelle Marche

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Sibillini WOW e il piacere del vino

Nell’ambito del progetto Sibillini WOW curato da Marche WOW, è in programma per sabato 11 febbraio, a partire dalle 16.30, ‘Ppicato, il vino passito di Dante Duri, visita guidata alle vigne e alla Cantina Duri in abbinamento con una degustazione di vini e delizie gastronomiche del posto. Si tratta di un’occasione di grande rilievo per andare alla scoperta del ‘Ppicato, la perla della cantina, ma anche di altri nomi come l’Estella e l’Antico filare rosso.
Se la caratteristica peculiare del ‘Ppicato è il fatto che le uve sono passite per molti mesi, con una maturazione che viene effettuata all’interno di botti in legno, a contraddistinguere l’Estella, che è un Serrapetrona DOC ottenuto al 100% da vernaccia nera, è la cura certosina con la quale viene realizzato, come dimostra la selezione rigorosa dei grappoli impiegati, dai quali gli acini rovinati vengono rimossi a uno a uno direttamente a mano. L’Antico filare rosso, così come l’Antico filare bianco, è – d’altro canto – una delle testimonianze più preziose della storia e della tradizione della vinificazione nel territorio maceratese, con un vitigno che è attivo da più di mezzo secolo.

Sibillini WOW e il piacere della carne

Un altro degli eventi organizzati da Marche WOW per Sibillini WOW è la visita guidata al Ciauscolo, che comprende una visita all’allevamento di bovini razza marchigiana con la degustazione dei prodotti della Macelleria Vecchi e la possibilità di assistere da vicino all’esperienza di produzione del Ciauscolo. L’esperienza prende il via nei pressi del centro storico di Petriolo, nella Macelleria Vecchi: è dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso che la famiglia è impegnata nell’attività della norcineria, e oggi è Matteo, esponente della terza generazione, il rappresentante di un amore destinato a durare ancora a lungo.
Proprio Matteo è il cicerone della visita guidata: dopo aver fatto tappa presso un allevamento di bovini, i visitatori avranno la possibilità di entrare direttamente nel laboratorio per conoscere da vicino i segreti e i trucchi che fanno sì che la produzione del Ciauscolo abbia un così grande successo, a cominciare dalla lavorazione della carne del maiale, con la preparazione della pista, per arrivare al momento della stagionatura. Il prossimo appuntamento in programma è sempre per sabato 11 febbraio.
Il Ciauscolo, noto anche con i nomi di ciaiuscolo, di ciavuscolo o di ciabuscolo, è un insaccato tipico della zona del Maceratese (oltre che delle province di Ancona, di Fermo, di Ascoli Piceno e di Perugia), e fa parte della tradizione contadina del luogo. Si tratta di un alimento che vanta una lunga storia e che da qualche anno può vantare anche il riconoscimento IGP, cioè Indicazione Geografica Protetta nazionale, oltre che quello di IGP europea. Realizzato con un impasto di carne suina e aromi come il pepe, l’aglio e il vino bianco, si prepara con i tagli del lardo, del lombo, del prosciutto, della pancetta e della spalla. Le carni del maiale vengono refrigerate per un paio di giorni, in modo tale che ne derivi una frollatura ottimale, per poi essere macinate e impastate: a questo punto sono pronte per essere insaccate in un budello naturale. Il Ciauscolo è il frutto di una stagionatura di un non meno di quindici giorni, portata a termine a una temperatura compresa tra i dieci e i sedici gradi: quando è pronto, ha una consistenza tale da permettere di spalmarlo, quasi come se si avesse a che fare con un patè. Si tratta di una peculiarità che, ovviamente, differenzia questo prodotto rispetto alla maggior parte degli altri salumi, e che è il risultato sia delle particolari tecniche di lavorazione che vengono messe in pratica che della specifica composizione dell’impasto di carne a cui si ricorre.

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Sibillini WOW e il piacere della terra

Infine, grazie a Sibillini WOW sarà possibile anche conoscere la fattoria Amargi, un’azienda agricola in cui la passione per gli animali si coniuga con l’amore per la cura della terra, all’insegna della salvaguardia della sovranità alimentare. Nel corso della visita all’azienda si avrà l’occasione di degustare tutti i prodotti realizzati grazie a una merenda abbondante, ma anche di scoprire perché il progetto della fattoria si chiama Amargi: questa espressione antica, infatti, vuol dire “ritorno alla madre”. Per tale esperienza non ci sono date prefissate: è possibile beneficiarne tutti i giorni, previa prenotazione.